Sono tre strutture in legno, composte da due prismi ottagonali sovrapposti e rafforzati da un telaio interno (anch'esso in legno) e attraversati da un asse che fuoriesce all'esterno con due "timicchioni". Quello in basso viene incastrato su un supporto denominato "barella" e che ne permette il trasporto a spalla. Quello in alto permette invece di fissare sulla cima tre piccole Statue che rappresentano i Santi Protettori delle Corporazioni: S. Ubaldo (patrono e protettore della città) per i muratori, S. Giorgio per i commercianti e S. Antonio per i contadini. Tutte le tre parti vengono assemblate insieme in occasione della rievocazione del 15 maggio.
Durante l'anno Ceri e barelle sono conservati nella Basilica di Sant'Ubaldo in cima al monte Ingino, mentre le statuette dei Santi patroni sono custodite nella Chiesetta di S. Francesco della Pace (detta "dei Muratori") in Via Savelli.
Non vi è traccia di documenti iconografici dei Ceri precedenti all'Ottocento, ma già allora sembra che le forme fossero simili a quelle attuali. La parte visibile del Cero è costituita da tavolette in abete, assicurate su una struttura centrale di olmo. Le altre parti sono in faggio e in quercia. Ogni Cero ha una forma che potrebbe essere definita a clessidra, con una strozzatura centrale e tre anelli trasversali. Altri elementi che completano il cero sono le "manicchie", stanghe di legno collocate in coppia ai lati.
I Ceri vengono decorati la sera prima della Festa con bandierine dorate a coda di rondine nella parte superiore e nappe anch'esse dorate, nella parte inferiore.
Le "barelle" che sostengono il Cero e ne permettono il trasporto a spalla durante la corsa, hanno la forma di un "H" maiuscola. Esse sono costituite da due stanghe di legno parallele unite tra loro da un tavolone detto "barelone" su cui viene incastrato il Cero. Le parti libere della stanga sono chiamate anch'esse "manicchie", termine usato oggi anche per indicare i gruppi di ceraioli che si alternano sotto il Cero.